Il 24 marzo 2022 è stato emanato il decreto-legge n. 24, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore il 25 marzo, recante “Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza”.
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria nel 2020 si sono susseguiti diversi decreti e leggi per contenere e contrastare la diffusione dell’epidemia da COVID-19.
Nel tentativo di arginare i contagi della pandemia da Covid-19 sono state introdotte nell’interesse della salute collettiva numerose limitazioni individuali, tra cui anche la sospensione dal lavoro per quei lavoratori che non rispettano l’obbligo vaccinale.
Quali sono le forme di tutele in favore degli operatori sanitari contagiati dal Covid-19 e quali sono le conseguenze in termini di risarcimento del danno del datore di lavoro previsti dall’ordinamento giuridico?
Recentemente il Tribunale di Arezzo è stato chiamato a giudicare la legittimità di un licenziamento ai danni di un commesso addetto al reparto cassa di una catena di supermercati, il quale aveva rifiutato di servire un cliente sprovvisto di mascherina.
Dopo mesi di dibattiti sulla necessità di vaccinare obbligatoriamente gli operatori sanitari, il Governo ha emesso il Decreto-Legge n. 44 dell'1 aprile 2021. Si tratta di uno strumento temporaneo in vigore fino al 31 dicembre 2021, che introduce un obbligo circoscritto e a breve scadenza...
Di fronte alla pandemia da Covid-19 che, improvvisamente, ha scatenato un’emergenza globale, la sola arma di difesa durante le fasi iniziali del contagio è stata, come spesso accade, riporre la propria fiducia nel personale sanitario, chiamato eroicamente a scendere in prima linea contro «il nemico invisibile». Ad oggi, diversi vaccini vengono prodotti su scala mondiale e si sta procedendo gradualmente verso l’agognata «immunità di gregge» che getta un barlume di speranza per un auspicabile ritorno alla normalità. Eppure, diverse sono le voci che si oppongono al vaccino, considerato insicuro, prematuro, rischioso. Voci che, addirittura, giungono dal mondo scientifico, dagli operatori sanitari stessi. Ma quali sono le conseguenze del rifiuto di vaccinarsi da parte del personale sanitario sul rapporto di lavoro?
Come noto, il DPCM 26 aprile 2020 ha previsto la sospensione dell’attività per le imprese che non rispettano i protocolli di sicurezza anti Covid-19, la cui osservanza risulta essenziale anche per ridurre la responsabilità delle imprese e dei loro amministratori...
La normativa di contenimento che si è succeduta dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ha posto l’attenzione dei lavoratori e delle aziende sulle modalità di svolgimento del lavoro a distanza ed in particolare sul lavoro agile...
Al fine di fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, una delle misure adottate dal Governo in campo lavorativo è stata quella di agevolare l’utilizzo dello smart working; la cui possibilità di continuare a svolgere l’attività lavorativa a distanza ha rappresentato una risposta valida al contenimento delle ripercussioni economiche che l’emergenza sanitaria ha causato...
Nell’ottica di un’analisi sistematica dei modi in cui l’emergenza COVID19 ha influenzato e cambiato le modalità di esecuzione delle prestazioni lavorative, dopo la nota informativa n. 4 nella quale si è trattato del telelavoro, passiamo ora all’analisi di una ulteriore tipologia di lavoro flessibile: il lavoro agile...
Il telelavoro in Italia, finora, è stato poco utilizzato, ma l'emergenza Coronavirus sta facendo conoscere a molte nuove imprese e relativi dipendenti i vantaggi di questa pratica, destinata a rivoluzionare in meglio il futuro. Il telelavoro è una pratica niente affatto nuova, ma che in Italia stenta a decollare, per quanto sia anche da noi in forte crescita: essa consiste nella possibilità per il dipendente di lavorare da casa, senza recarsi in azienda, gestendo il lavoro da remoto, vale a dire tramite PC, portatile, smartphone, tablet, etc. A dirla tutta, oggi si parla più che altro di “smart working”, letteralmente “lavoro furbo o scaltro”, in quanto non è nemmeno detto che il dipendente debba restare a casa, potendo benissimo lavorare da qualsiasi altra postazione che gli risulti comoda e compatibile con l’attività svolta...
Il divieto di licenziamento al tempo del Covid-19
Nella corrente situazione emergenziale, il Governo con il D.L. n 18/2020, il c.d. “Cura Italia”, ha introdotto misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese. Al fine di tutelare la stabilità dei rapporti di lavoro fortemente gravati da tale situazione, il decreto prevede all’art. 46 un divieto temporaneo di effettuare licenziamenti di tipo economico dal 17 marzo 2020 al 15 maggio 2020...
Decreto cura Italia: MISURE A SOSTEGNO DEL LAVORO
Il D.L. 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. “decreto Cura Italia”), reca anche molteplici misure a sostegno del lavoro (artt.19-48), di cui la presente nota propone una sintesi limitata ai lavoratori del settore privato. L’efficacia delle misure è condizionata da procedure snellite ma che richiedono ancora la consultazione dei sindacati, l’intervento delle Regioni e le istruzioni dell’Inps in relazione agli ammortizzatori sociali e dall’assenza di automatismi per le misure di sostegno, generalmente con fondi limitati e in attesa di regole operative...
Il lavoro al tempo del Covid-19: sospensione del lavoro, assenze e retribuzione, ecco cosa prevede la legge
Molti interrogativi stanno preoccupando gli operatori del lavoro, in particolare lavoratori e imprese, su quali siano gli effetti delle riduzioni o sospensioni dell’attività lavorativa dovute all’emergenza coronavirus...